Secondo gli antropologi le idee religiose sono probabilmente nate dalle credenze magiche degli uomini primitivi. Già i Neanderthal e i primi Homo Sapiens, almeno 200mila anni fa, avevano riti magici ed animisti. Per le popolazioni arcaiche, le forze e gli elementi della natura sembravano vive. Per esempio un temporale con tuoni e fulmini sembrava un essere adirato. Per placare e dominare queste forze gli uomini cominciarono a fare offerte, spesso sacrifici animali. Nella loro immaginazione alcune delle forze (sole, fulmini..) della natura erano maschili, e altre - collegate con la rigenerazione, la luna o l’acqua – femminili. (Una spiegazione alternativa potrebbe essere che, con la loro sensibilità arcaica, videro spiriti della natura veramente esistenti.)
Dai concetti magico-animisti si sviluppò lo sciamanesimo. Le persone che avevano visioni, sogni e stati mentali particolari furono considerati sciamani, cioè persone che in trance entravano in contatto con gli spiriti della natura e antenati. Nel tardo paleolitico, circa 40mila anni fa, gli esseri umani trasmigrarono dall’Africa verso altri continenti. Vivevano in tribù di alcune decine o centinaia di persone. Nelle tribù era importante conservare i miti e le regole sociali che gli antenati avevano tramandato. Il culto degli antenati diventò centrale nei riti. Gli sciamani cominciarono a dipingere le loro visioni e gli animali totem nelle grotte. E cominciarono anche a fare statuette di ossa o pietra. La prima statuetta che gli archeologi hanno trovato è stata fatta 35mila anni fa in Germania. Quella, come anche la maggioranza delle altre statuette del paleolitico raffigurano donne. Sono collegabili all’idea della fecondità. Probabilmente queste cosiddette “veneri” non furono ancora proprie dee, ma piuttosto antenate, matriarche e sciamane.
Circa 9000 anni avanti Cristo cominciò l’era neolitica, prima in Medio-oriente e poi in India e in altre regioni. La cultura neolitica, con agricoltura, animali domestici e ceramica si diffuse in Europa, cominciando circa 6500 anni avanti Cristo. Il periodo neolitico in Europa, dal 6500 fino a 3000 o 2000 anni avanti Cristo è stato molto interessante. La famosa archeologa lituana Marija Gimbutas studiò in particolare quel periodo. I popoli in Europa - che non erano indoeuropei - erano popoli pacifici, e nelle società prevaleva una certa uguaglianza, non c’erano differenze tra poveri e ricchi, tra uomini e donne. Si capisce che le donne avevano una certa importanza nella religione dal fatto che una grande maggioranza delle statue e dipinti nei vasi rappresentano donne o diversi tipi di dee, per esempio la dea-civetta, la dea-orsa e la dea-cerva. La divinità principale era la Grande Madre. Le culture neolitiche in Asia meridionale e orientale furono simili a quelle europee, culture pacifiche e più o meno paritarie.
La cultura neolitica in Europa crollò, quando circa 3000 avanti Cristo i popoli indoeuropei cominciarono a muoversi dall’Ucraina e a conquistare nuovi territori. Gli indoeuropei - greci, latini, celti, germani, slavi e indoariani - strutturati in una società gerarchica, patriarcale e militare, erano invincibili, poiché avevano addomesticato i cavalli e usavano armi di metallo. Gli indoeuropei cambiarono la società e la religione in una gran parte dell’Europa. Avevano molti dei e dee, ma la divinità principale era il dio del cielo e della tempesta, cioè Zeus-Giove-Thor- Indra. Alcune divinità dell’era neolitica rimanevano anche nelle nuove culture. Per esempio Atena-Minerva, Artemide-Diana, Gaia e titani della mitologia greco- romana hanno l’origine preindoeuropea. La maggioranza dei sacerdoti indoeuropei furono maschi, e non più sciamane come nel neolitico.
In Medio-oriente avvenne lo stesso tipo di cambiamento. Quelli che conquistarono territori e potere furono popoli semitici - babilonesi, assiri, ebrei, arabi, fenici. Anche la loro società era patriarcale e militare. I semiti adoravano déi maschili, come Marduk, El e Baal, e anche dee come Ishtar-Astarte. Uno di questi popoli, quello ebreo, unì il dio della guerra Jahweh (protettore della città di Hebron) con il dio del cielo El, conquistò la terra dei cananei e rifiutando tutte le altre divinità cominciò ad adorare solo Jahweh-El. L’ebraismo diventò la prima religione completamente maschile, senza nessuna divinità femminile. Il cristianesimo e l’slam continuano la tradizione monoteista, dove l’unico dio è il Padre eterno. Il cattolicesimo comunque ha assimilato molte influenze non-cristiane che si possono vedere nel culto dei santi. Per esempio nella devozione alla Madonna ci sono influenze dei culti di Iside, Venere, Astarte ecc. Quindi nel cattolicesimo c’è anche un elemento femminile che poi nel protestantesimo è stato del tutto eliminato.
Gli indoariani conquistarono l’India nel periodo 1700-1300 avanti Cristo. La religione indoeuropea si mischiò con la religione dei popoli precedenti. Molti déi, Indra (Giove), Varuna (Urano), Agni (Ignis) ecc, dell’induismo hanno origine indoeuropea, ma ci sono elementi religiosi, come lo yoga e alcune divinità (Shiva e Parvati), che derivano dalla cultura di Indus. Probabilmente anche buddhismo e giainismo, che rifiutarono l’autorità dei Veda e il sistema sociale delle caste, hanno parzialmente radici nella cultura dei dravida di Indus.
Nel buddhismo non c’è un Dio-creatore del mondo. Secondo gli insegnamenti buddhisti la realtà ultima è ineffabile ed indefinibile - nirvana, vacuità, non- condizionato - quindi non è né maschile né femminile. Si può raggiungere questa dimensione assoluta praticando la Prajnaparamita, la Saggezza suprema. Nell’arte della scuola esoterica e nei testi sacri questa saggezza viene comunque spesso rappresentata come una divinità femminile, la “Madre di tutti i Buddha”. Un Sutra molto usato nel buddhismo è il Sutra del Cuore della Saggezza suprema. La versione lunga del Sutra del Cuore comincia con le parole: “Om omaggio alla nobile Signora, Suprema Saggezza!” Naturalmente la “Signora Suprema Saggezza” non è un’entità nel cielo, ma personificazione del principio di sapienza, un archetipo mistico-filosofico. Assomiglia ad Atena-Minerva greco-romana e a Sofia dello gnosticismo.
Gli esseri che hanno realizzato la saggezza suprema sono bodhisattva e Buddha. Soprattutto nel buddhismo mahayana, i bodhisattva e i Buddha sono diventati figure archetipiche che rappresentano diversi aspetti della mente chiara. I Buddha, come Shakyamuni e Amitabha, sono figure maschili. I bodhisattva possono essere sia maschili (p.es. Manjushri), femminili (p.es. Tara) che androgini. Il bodhisattva della compassione universale, Avalokita, ha tante forme nel misticismo e nell’arte buddhista. Qualche volta è un uomo apollineo, qualche volta una donna – Guanyin in Cina - e qualche volta una figura femminile con baffetti, quindi più o meno ermafrodita. Si può dire che in profondità lo spirito di ogni illuminato è androgino, poiché manifesta qualcosa che è al di là delle divisioni, qualcosa che unisce i due aspetti.
Dal punto di vista antropologico e psicologico le divinità, i santi e gli illuminati possono essere visti come archetipi dell’inconscio collettivo e - come tali - sono modelli per il nostro comportamento e riflettono i sistemi sociali e i valori di diverse culture. Le culture patriarcali hanno creato divinità maschili e quelle matriarcali divinità femminili. La cultura moderna, globale, sta diventando sempre più umanistica, paritaria e democratica. Almeno speriamo che lo sviluppo in questa direzione continui! Nelle religioni, nei miti e nell’arte dell’era spaziale abbiamo bisogno di figure archetipiche sia maschili che femminili. Nell’armonia dei principi yin e yang si manifesta il Tao, la Via.
Rev. Tae Hye sunim