LETTURE BUDDISTE 2 MAGGIO 2014 ORE 18 ALLA SALA CONSILIARE DI LERICI
Qui sotto potete visionare i testi che verranno proposti, con la partecipazione in qualità di lettori dei monaci del tempio Musang am, dei praticanti del tempio stesso nonchè della scuola di recitazione dell'ass. Arthena di Angelo Tonelli.
http://www.laspeziaoggi.it/news/2014/04/letture-buddiste-a-lerici-venerdi-2-maggio/§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Volendo lasciare ogni intellettualizzare
ed evitare le trappole verbali, ho navigato tutti i mari
per trovare la trasmissione al di là dell'insegnamento.
In pellegrinaggio, fino a spezzare i miei sandali:
ho trovato l'acqua nei limpidi ruscelli,
la luna nel cielo. Chao Chou
Se usate la mente per studiare la realtà
non capirete né la mente né la realtà.
Se studiate la realtà senza usare la mente,
capirete entrambe.
Coloro che sono capaci della vera visione
sanno che la mente è vuota. Bodhidharma
Un minuto di meditazione, un millimetro di Buddha.
Come il lampo tutti i pensieri vengono e vanno.
Solo un attimo guarda nella profondità della tua mente:
null'altro è mai esistito. Manzan (1649-1709)
Gli uccelli sono spariti nel cielo,
ed ora anche l'ultima nuvola si asciuga.
Sediamo insieme, la montagna ed io,
fino a che solo la montagna rimane. Li Po
Ogni stagione, una bella stagione
Come ricordo,
voglio lasciare
i fiori della primavera,
il canto del cuculo d'estate,
i colori dell'autunno.
Al fresco della brezza,
al chiaro della luna,
danziamo tutta la notte,
come ultimo saluto alla mia vecchiaia.
Steso per terra
nella mia capanna,
ascolto felice
le rane che cantano
nelle vicine risaie.
Cantano insieme,
mentre io danzo.
Non è bello
addormentarsi
in questa notte di luna.
Di notte, nel silenzio della capanna,
suono l'arpa che non ha corde.
La sua melodia sale al cielo col vento:
la sua musica si unisce a quella del torrente;
risuona nell'intera vallata,
mormora nelle foreste e nelle montagne.
Se uno non chiude gli orecchi,
non può udire questa musica silenziosa.
Da quando ho lasciato la mia casa,
affidandomi al Cielo, sono passati molti anni.
Ieri, in alto, sulle azzurre montagne,
stamane, in giro per villaggi.
La mia veste ha più di cento toppe,
non so da quando uso la stessa scodella.
Passeggiando, nelle notti chiare, canto poesie,
al pomeriggio, stendo la stuoia e riposo.
Chi dice che questa vita sia di pochi?
Eppure, è toccata proprio a me. Ryiokan
A Tan Chiu
L’amico mio dimora
In alto sui monti dell’Est;
Gli è cara la bellezza
Delle valli e dei monti.
Nella stagione verde
Giace nei boschi vuoti;
E dorme ancora quando
Il sole alto risplende.
Un vento di pineta
Gl’impolvera maniche e manto;
Un ruscello ghiaioso
Gli terge il cuore e l’udito.
T’invidio! Tu che lontano
Da discorsi e discordie
Hai la testa appoggiata
A un guanciale di nuvole azzurre. Li Po
1.3 In un Dharma molti dharma
Può qui sorgere l’interrogativo se la realizzazione più alta sia accessibile a tutti gli individui o se
invece non rimanga una meta più ideale realizzabile solo da parte di una nicchia costituita da certi
individui particolarmente dotati.
Ebbene il Buddismo riconosce che tutti gli esseri potenzialmente possono diventare dei Buddha
(illuminati) ma allo stesso tempo ognuno porta con sé un determinato bagaglio karmico (le
predisposizioni) che gli consentirà un certo livello di realizzazione spirituale in questa vita e che
potrà eventualmente essere continuato nelle prossime vite. Di conseguenza, ognuno si approccia al
Dhamma e realizza il livello di consapevolezza che più si addice alla propria inclinazione.
Così si avrà quello chi è più osservante a livello etico, quello che lo è più livello rituale, o a livello
intellettuale o a un livello pienamente esperienziale. Si ritiene che ognuno di questi livelli, porti
comunque un certo grado di beneficio nella vita delle persone.
Nel Sutra del Loto, nell’insegnamento dei “Mezzi Abili” si sostiene che il Buddha ha la capacità di
dare, contemporaneamente, uno stesso insegnamento a più livelli di comprensione a seconda delle
disposizioni degli ascoltatori, cioè in un Dhamma molti Dhamma. Praticare il Dhamma a qualsiasi
livello è benefico e, in ultima analisi, condurrà, ogni essere, prima o poi, in questa o in una delle
prossime vite, alla liberazione finale.
Il Buddhismo si applica come medicina e cura dalla sofferenza, si pone come insegnamento
eudemonico, come una dottrina etica che conduce agli esseri senzienti alla felicità. Esso considera
la tendenza innata negli esseri di evitare il dolore e di cercare la felicità e, come per far per far ciò,
essi percorrano diverse vie e sentieri. Il Buddismo si pone come via maestra alla felicità degli
individui. Nel suo insegnamento si parla di due livelli di felicità: quella sopramondana caratterizzata
dalla rinuncia (pabbajjita sukha), prerogativa dei monaci, e quella mondana (gihi sukha)
prerogativa dei laici. A queste due è riconosciuta un’asimmetria, non solo perché la rinuncia
comporta un impegno maggiore da parte del praticante, ma soprattutto perché solo la prima conduce
alla definitiva liberazione dalla sofferenza. Infatti, anche la felicità mondana, come tutte le cose del
mondo, è soggetta al cambiamento e diventa inevitabile causa di sofferenza e insoddisfazione.
Tuttavia anche a questo secondo tipo di felicità è riconosciuta legittimità poiché la maggior parte
delle persone vive nel mondo e non vuole o non può rinunciare ad esso. Per questo si può cercare di
vivere con equilibrio e serenità la propria vita nonostante gli alti e bassi che essa continuamente
presenta.
Nel Sigalovada Sutta1 sono date le indicazioni etiche di base per condurre una vita laica felice e
pacifica: avere un reddito sufficiente e dei risparmi ottenuti in modo onesto; investire con profitto
per il mantenimento della propria famiglia; libertà dai debiti; condurre una vita innocua, oltre a tutta
una serie di indicazioni etiche sui comportamenti di rispetto che riguardano i vari tipi di relazioni
umane e sociali.
Da ciò è evidente che la pratica del Dhamma non considera solo gli aspetti, per così dire spirituali,
ma anche quelli materiali, perché è sua convinzione profonda che la felicità interiore non può essere
disgiunta dalle condizioni materiali e sociali. Non si condanna a priori il benessere materiale o
l’accumulo di ricchezze, ma casomai, l’avarizia e l’avidità che da queste possono derivare. Senza
qualche grado di benessere economico, è anche difficile il progresso spirituale. La miseria e la
privazione conducono quasi sempre a commettere vari crimini come i furti e le uccisioni. Quindi
l’esortazione morale verso i laici è di fare guadagni in modo onesto, per quanto possibile, senza
essere indolenti. E un’ulteriore indicazione morale è quella di non essere avari perché ciò, oltre a
essere ingiusto, è un forte ostacolo alla liberazione dall’attaccamento al sé, causa principale di
Dukkha. Questo è ciò che il Buddha, nel Upasaka Sutta2, insegnò al ricco mercante Anathapindika,
cioè a utilizzare le proprie ricchezze per il beneficio della società. (VEN TAERI SUNIM)
Kalama Sutta
Ai Kalama
La diffusione dei testi tradotti è consentita in qualsiasi modo tranne che a fini di lucro
I Kalama di Kesaputta vanno a vedere il Buddha
1. Così ho sentito. Un giorno il Beato, mentre passava dal paese di Kosala in compagnia di una grande
comunità di monaci, entrò in una città dei Kalama chiamata Kesaputta. I Kalama che erano gli abitanti di
Kesaputta si dissero: "Il Reverendo Gautama, il monaco, il figlio degli Shakyan, mentre errava per il paese di
Kosala, è entrato in Kesaputta. La buona reputazione del Reverendo Gautama si è sparsa fino qui: è vero, il
Benedetto del Cielo è compiuto così, pienamente sveglio, dotato della conoscenza e della pratica, sublime,
conoscitore dei mondi, senza pari, guida per gli uomini domabili, insegnante degli esseri divini ed uomini,
che ha per sé compreso chiaramente da conoscenza diretta. Ha lanciato il Dharma, buono in principio, buono
in mezzo, buono alla fine, dotato del senso e della lettera, e completo in tutto; ed egli proclama la vita santa
che è perfettamente pura. Vedere delle persone tanto compiute è buono, difatti."
2. Or dunque, i Kalama che abitavano Kesaputta se ne andarono là dove si trovava il Beato. Arrivando là,
certi gli resero omaggio e si sedettero da parte; altri scambiarono dei saluti con lui ed alla fine di una
discussione cordiale e memorabile, si sedettero da parte; certi lo salutarono sollevando i loro palmi uniti e si
sedettero da parte; certi annunciarono il loro nome e la loro famiglia e si sedettero da parte; certi, senza dire
niente, si sedettero da parte.
I Kalama di Kesaputta chiedono consiglio al Buddha
3. I Kalama che abitavano Kesaputta si sedettero e dissero al Beato: Ci sono dei rinunciatari e dei bramani,
venerabile signore, che visitano Kesaputta. Non espongono e spiegano solamente le loro dottrine; quelle
degli altri, le disprezzano, le ridicolizzano. Di altri rinunciatari e bramani anche, venerabile signore, vengono
a Kesaputta. Essi tanto non espongono e spiegano solamente le loro dottrine; quelle degli altri, le
disprezzano, le ridicolizzano. Venerabile signore, abbiamo dei dubbi e delle incertezze sul loro argomento.
Quali di questi reverendi rinunciatari e bramani dichiarano la verità e quali dicono il falso?
Il criterio di rigetto
4.--E' normale per voi, o Kalama, di dubitare e di essere incerti; l'incertezza si è alzata in voi a proposito di
ciò che è dubbio. Andate, Kalama. Non vi fidate di ciò che è stato acquisito per averlo sentito in modo
ripetuto; né a causa della tradizione; né a causa della voce; né per il fatto che ciò si trova in una scrittura; né a
causa di una supposizione; né a causa di un assioma; né a causa di un ragionamento speciale; né di un partito
preso in favore di una nozione alla quale si è potuto riflettere; né a causa dell'apparente abilità di qualcun
altro; né a causa della considerazione 'Il monaco è il nostro maestro'. O Kalama, quando sapete da voi stessi:
'Queste cose sono cattive; queste cose sono biasimevoli; queste cose sono condannate dai saggi; se le si
intraprendono e se le si osservano, queste cose conducono al danno ed alla disgrazia', abbandonatele.
Avidità, odio ed illusione
5. "Che pensate, o Kalama? L'avidità appare da qualcuno per il suo beneficio o per la sua disgrazia?
--Per la sua disgrazia, venerabile signore.
--O Kalama, dedicandosi all'avidità, e trovandosi oltrepassato mentalmente e vinto dall'avidità, questa
persona prenderà la vita altrui, ruberà, commetterà l'adulterio e racconterà delle menzogne; spingerà anche
gli altri a fare così. Gli occorrerà molto tempo affinché sia il suo danno e la sua disgrazia?
--No, venerabile signore.
6.--Che pensate, o Kalama? L'odio appare da qualcuno per il suo beneficio o per la sua disgrazia?
--Per la sua disgrazia, venerabile signore.
--O Kalama, dedicandosi all'odio, e trovandosi oltrepassato mentalmente e vinto dall'odio, questa persona
prenderà la vita altrui, ruberà, commetterà l'adulterio e racconterà delle menzogne; spingerà anche gli altri a
fare così. Gli occorrerà molto tempo affinché sia il suo danno e la sua disgrazia?
--No, venerabile signore.
7.--Che pensate, o Kalama? L'illusione appare da qualcuno per il suo beneficio o per la sua disgrazia?
--Per la sua disgrazia, venerabile signore.
--O Kalama, dedicandosi all'illusione, e trovandosi oltrepassato mentalmente e vinto dall'illusione, questa
persona prenderà la vita altrui, ruberà, commetterà l'adulterio e racconterà delle menzogne; spingerà anche
gli altri a fare così. Gli occorrerà molto tempo affinché sia il suo danno e la sua disgrazia?
--No, venerabile signore.
8.--Che pensate, o Kalama? Queste cose sono buone o cattive?
--Cattive, venerabile signore.
--Biasimevoli o non biasimevoli?
--Biasimevoli, venerabile signore.
--Condannate o accettate dai saggi?
--Condannate, venerabile signore.
--Se le si intraprende e se le si osserva, queste cose conducono al danno ed alla disgrazia? Che cosa ve ne
sembra?
--Se le si intraprende e se le si osserva, queste cose conducono al danno ed alla disgrazia. Così sembra.
9.--Per queste ragioni, o Kalama, che abbiamo detto così, 'Andate, Kalama. Non vi fidate di ciò che è stato
acquisito per averlo sentito in modo ripetuto; né a causa della tradizione; né a causa della voce; né per il fatto
che ciò si trova in una scrittura; né a causa di una supposizione; né a causa di un assioma; né a causa di un
ragionamento speciale; né di un partito preso in favore di una nozione alla quale si è potuto riflettere; né a
causa dell'apparente abilità di qualcun altro; né a causa della considerazione 'Il monaco è il nostro maestro'.
O Kalama, quando sapete da voi stessi: 'Queste cose sono cattive; queste cose sono biasimevoli; queste cose
sono condannate dai saggi; se le si intraprende e se le si osserva, queste cose conducono al danno ed alla
disgrazia', abbandonatele.
Il criterio di accettazione
10. "Andate, Kalama. Non vi fidate di ciò che è stato acquisito per averlo sentito in modo ripetuto; né a causa
della tradizione; né a causa della voce; né per il fatto che ciò si trova in una scrittura; né a causa di una
supposizione; né a causa di un assioma; né a causa di un ragionamento speciale; né di un partito preso in
favore di una nozione alla quale si è potuto riflettere; né a causa dell'apparente abilità di qualcun altro; né a
causa della considerazione 'Il monaco è il nostro maestro'. O Kalama, quando sapete da voi stessi: 'Queste
cose sono buone; queste cose non sono biasimevoli; queste cose sono accettate dai saggi; se le si intraprende
e se le si osserva, queste cose conducono al beneficio ed alla felicità', intraprendetele ed osservatele.
Assenza di avidità, odio ed illusione
11. "Che cosa ne pensate, o Kalama? L'assenza di avidità appare in qualcuno per il suo beneficio o per la sua
disgrazia?
--Per il suo beneficio, venerabile signore.
--O Kalama, non dedicandosi all'avidità, e non essendo oltrepassato mentalmente e vinto dall'avidità, questa
persona non prenderà la vita altrui, non ruberà, non commetterà l'adulterio e non racconterà menzogne;
spingerà anche gli altri a fare così. Gli occorrerà molto tempo affinché sia il suo beneficio e la sua felicità?
--No, venerabile signore.
12. --Che pensate, o Kalama? L'assenza di odio appare in qualcuno per il suo beneficio o per la sua
disgrazia?
--Per il suo beneficio, venerabile signore.
--O Kalama, non dedicandosi all'odio, e non essendo oltrepassato mentalmente e vinto dall'odio, questa
persona non prenderà la vita altrui, non ruberà, non commetterà l'adulterio e non racconterà menzogne;
spingerà anche gli altri a fare così. Gli occorrerà molto tempo affinché sia il suo beneficio e la sua felicità?
--No, venerabile signore.
13. --Che pensate, o Kalama? L'assenza di illusione appare in qualcuno per il suo beneficio o per la sua
disgrazia?
--Per il suo beneficio, venerabile signore.
--O Kalama, non dedicandosi all'illusione, e non essendo oltrepassato mentalmente e vinto dall'illusione,
questa persona non prenderà la vita altrui, non ruberà, non commetterà l'adulterio e non racconterà
menzogne; spingerà anche gli altri a fare così. Gli occorrerà molto tempo affinché sia il suo beneficio e la
sua felicità?
--No, venerabile signore.
14. --Che pensate, o Kalama? Queste cose sono
buone o cattive?
--Buone, venerabile signore.
--Biasimevoli o non biasimevoli?
--Non biasimevoli, venerabile signore.
--Condannate o accettate dai saggi?
--Accettate, venerabile signore.
--Se le si intraprende e se le si osserva, queste
cose conducono al danno ed alla disgrazia o no?
Che cosa ve ne sembra?
--Se le si intraprende e se le si osserva, queste
cose conducono al beneficio ed alla felicità. Così
sembra.
15. --Per queste ragioni, o Kalama, che abbiamo detto così, 'Andate, Kalamas. Non vi fidate di ciò che è stato
acquisito per averlo sentito in modo ripetuto; né a causa della tradizione; né a causa della voce; né per il fatto
che ciò si trova in una scrittura; né a causa di una supposizione; né a causa di un assioma; né a causa di un
ragionamento speciale; né di un partito preso in favore di una nozione alla quale si è potuto riflettere; né a
causa dell'apparente abilità di qualcun altro; né a causa della considerazione 'Il monaco è il nostro maestro'.
O Kalama, quando sapete da voi stessi: 'Queste cose sono cattive; queste cose sono biasimevoli; queste cose
sono condannate dai saggi; se le si intraprende e se le si osserva, queste cose conducono al danno ed alla
disgrazia', abbandonatele.
Le Quattro Dimore esaltate
16. "Il discepolo delle Nobili Persone, o Kalama, che è privato di brama, privo di cattiva volontà, disilluso,
che comprende chiaramente ed attento, dimora, grazie alla sua penetrazione, nel pensiero dell'amicizia, per
un quarto; parimenti per il secondo quarto; parimenti per il terzo; e parimenti per il quarto; e parimenti al
disopra, sotto e di traverso; rimane, grazie alla sua penetrazione, a causa dell'esistenza in lui di tutti gli esseri
viventi, dovunque, il mondo intero, col grande pensiero, esaltato e senza limite, dell'amicizia che è libera da
odio o da cattiveria.
"Vive, grazie alla sua penetrazione, nel pensiero della gioia, per un quarto; parimenti per il secondo quarto;
parimenti per il terzo; e parimenti per il quarto; e parimenti al disopra, sotto e di traverso; rimane, grazie alla
sua penetrazione, a causa dell'esistenza in lui di tutti gli esseri viventi, dovunque, il mondo intero, col grande
pensiero, esaltato e senza limite, della gioia che è libera da odio o da cattiveria.
"Vive, grazie alla sua penetrazione, nel pensiero della compassione, per un quarto; parimenti per il secondo
quarto; parimenti per il terzo; e parimenti per il quarto; e parimenti al disopra, sotto e di traverso; rimane,
grazie alla sua penetrazione, a causa dell'esistenza in lui di tutti gli esseri viventi, dovunque, il mondo intero,
col grande pensiero, esaltato e senza limite, della compassione che è libera di odio o di cattiveria.
"Vive, grazie alla sua penetrazione, nel pensiero dell'equanimità, per un quarto; parimenti per il secondo
quarto; parimenti per il terzo; e parimenti per il quarto; e parimenti al disopra, sotto e di traverso; rimane,
grazie alla sua penetrazione, a causa dell'esistenza in lui di tutti gli esseri viventi, dovunque, il mondo intero,
col grande pensiero, esaltato e senza limite, dell'equanimità che è libera da odio o da cattiveria.
Le Quattro Consolazioni
17. "Il discepolo delle Nobili Persone, o Kalama che è dotato di una mente libera da odio, una tale mente
libera da cattiveria, una tale mente libera da sozzura, ed una tale mente purificata, è uno per cui le quattro
consolazioni possono essere trovate qui ed ora.
"'Supponiamo che ci sia un aldilà e che ci sia un frutto, risultato, delle azioni fatte, buone o cattive. Allora, è
possibile che allo scioglimento del corpo dopo la morte, salirò al mondo celeste che è caratterizzato da uno
stato di felicità.' È là la prima consolazione che trova.
"'Supponiamo che non ci sia nessun aldilà e che non ci sia nessun frutto, risultato, delle azioni fatte, buone o
cattive. Tuttavia, in questo mondo, qui ed ora, libero da odio, libero da cattiveria, sano e salvo, e felice, mi
mantengo.' È là la seconda consolazione che trova.
"'Supponiamo che il male tocchi a colui che fa il male. Io, tuttavia, mi sforzo di non causare nessun male a
nessuno. Allora, come il cattivo (frutto) mi toccherebbe, non commetto nessun atto cattivo'? È là la terza
consolazione che trova.
"'Supponiamo che il cattivo (frutto) non tocchi a colui che fa il male. Mi vedrò allora, in ogni caso
purificato.' È là la quarta consolazione che trova.
"Il discepolo delle Nobili Persone, o Kalama che ha una mente libera da odio, una mente libera da cattiveria,
una mente libera da sozzura, ed una mente purificata, è uno per cui queste quattro consolazioni possono
essere trovate, qui ed ora.
"Meraviglioso, venerabile signore! Meraviglioso, venerabile signore! Questo è come se, venerabile
signore, qualcuno rivoltasse ciò che è rovesciato, o scoprisse ciò che è nascosto, o mostrasse la
strada a qualcuno che si è perso o portasse una lampada nell'oscurità, pensando,: 'Quelli che hanno
degli occhi vedranno gli oggetti visibili', così che il Dharma è stato messo in chiaro dal Benedetto
del Cielo. , Venerabile signore, prendiamo rifugio nel Benedetto del Cielo , nel Dharma e nella
comunità dei monaci. Venerabile signore, che il Benedetto del Cielo ci consideri come discepoli
laici che hanno preso rifugio per la vita, a partire da questo giorno." LIBRO DEI TRE ANGUTTARA NIKAYA
Quando regna il perfetto silenzio, la vera Illuminazione è raggiunta.
Poiché la serena meditazione include tutto lo spazio,
posso guardare di nuovo al mondo, pieno null'altro che di sogni!
Oh, oggi veramente capisco
com'è vero e accurato l'insegnamento del Buddha! Han Shan
Se una persona pensa che la vera illuminazione sia lasciar andare,
libertà dagli influssi esterni e distacco dalle cose mondane,
non possiede ancora il puro occhio della verità.
Se una persona conosce il Tathagata, consapevole che nulla esiste in Esso,
e sa che tutti gli elementi sono estinti,
quella persona diverrà velocemente un Buddha. Anonimo
Ascoltate, percepite, accogliete.
Diventate consapevoli di ciò che è dentro di voi
e di ciò che è fuori:
degli spazi fra i pensieri,
del cielo azzurro dietro le nuvole.
Ascoltate, come se fosse un suono nella notte.
Praticate l'attenzione passiva.
E imparate. Anonimo
Smettere di attaccarsi a ciò che è stato nel passato,
e di desiderare ciò che potrebbe accadere nel futuro
è meglio che fare un ritiro di dieci anni. Lin Chi
Non dire che solo l'acqua calma riflette la luna.
Anche l'acqua fangosa specchia il cielo.
Guarda, dopo che il vento si è acquietato e le onde sono calme,
Una magnifica luna, splendida come prima! Lin Chi
Se riesci a mettere a riposo la mente
che cerca freneticamente ogni momento,
Non sarai differente
dal vecchio Shakyamuni Buddha. Lin Chi
Venire a mani vuote, andare a mani vuote. Questo è umano.
Quando nasci, da dove vieni? Quando muori, dove vai?
La vita è come una nuvola galleggiante che appare.
La morte è quella stessa nuvola che scompare.
La nuvola in sé non esiste.
Vita e morte, andare e venire, sono anch'esse così.
Ma c'è una cosa che sempre rimane chiara.
E' chiara e pura, non dipende da vita e morte.
Dimmi, cos'è questa cosa pura e chiara? Seung Sahn Sunim
Un antico maestro disse: "Le montagne, i fiumi, tutta la terra, l'intero dispiegarsi dei fenomeni sono
l'Uno". Se potete assorbire l'essenza di questo messaggio, non ci saranno attività fuori della
meditazione: vi vestite in meditazione e mangiate in meditazione; camminate, sedete, vi sdraiate in
meditazione; esperite gioia, rabbia, tristezza e felicità in meditazione. Eppure, perfino questo è
ancora nella sfera dell'ottenimento
e non è il vero fondersi con la sorgente dello Zen. Muso
Shunryu Suzuki MENTE ZEN MENTE DI PRINCIPIANTE
da IL PRINCIPE SIDDHARTHA - JONATHAN LANDAW e JANET BROOKE
SHENG YEN - LA POESIA DELL'ILLUMINAZIONE
dai CANTI E RECITAZIONI DI PLUM VILLAGE - raccolti da THICH NHAT HANH
DAIGU RYOKAN
MAESTRA SEON DAEHAENG - TROVA IL TESORO INTERIORE